martedì 6 novembre 2007

Ammalarsi d'amore contraendo matrimonio


Vivere, amare, sposarsi! Non c’è gioia più bella.
Sposarsi! Unirsi! Accoppiarsi! Diventare un corpo solo… per modo di dire, perché quando si va di corpo ci si divide temporaneamente per avere un minimo di privacy ed evacuare in santa pace, sforzandosi di completare un cruciverba o il manuale con i consigli utili per uccidere tua moglie o tuo marito e rendere finalmente il matrimonio felice!
L’amore è il collante. Ecco perché ti senti infastidito… perché ti senti tutto il giorno appiccicaticcio. Hai paura che ti abbiano contagiato un malanno. Non a caso si dice “CONTRARRE MATRIMONIO!”. Mai verbo è stato così azzeccato! Contrarre matrimonio come se si stesse per contrarre la malaria o la peste.
Attenzione ai luoghi che da celibi o nubili si frequentano. Il matrimonio si può contrarre al municipio, legalmente, o si può contrarre in chiesa con tutti i conforti religiosi e la santa benedizione. Si può convivere ma in presenza di un compagno ricco a chi va l’eredità? Non conviene! Ti ammali d’amore per l’eternità. E guai a pensare di guarire, a pensare di divorziare! Per il resto dell’eternità devi pagare gli alimenti e mantenere lo stesso tenore di vita alla consorte che, scoprirai dopo, era il tenore della vita che tua moglie ha conosciuto al conservatorio, e con cui ti faceva le corna a suon di musica.
All’inizio non capisci niente, in balia come sei di un’emozione totalizzante che ti rammollisce. Dopo i primi giorni di amore, ti accorgi che ci sono i piatti da lavare, il cesso da pulire, le mutande bruciacchiate nella parte posteriore da sbiancare, il pavimento da lucidare.
Trovi la soluzione. Dividi equamente gli impegni domestici. Alla femmina i piatti, il cesso, la biancheria, il pavimento. All’uomo, in rappresentanza della coppia, il meritato riposo pomeridiano.
Ti fai una famiglia, hai la distrazione dei figli, della tv, del computer, di internet, del giornale, del calcio, degli amici al bar... Stai tutto il giorno fuori casa, ma il peso resta.
L’amore, se non alimentato, rinnovato giorno dopo giorno, innaffiato, si appassisce, si trasforma in routine e la routine in noia. Bussi distratto alla porta di casa tua, ti apre tua moglie con i capelli rifatti per dare un po’ di pepe al matrimonio e tu:
- Scusi signora, forse ho sbagliato appartamento!
Ecco allora la donna manager, la donna professionista emancipata che si stacca dalle naturali e storiche attività casalinghe.
E il maschio marito ad aspettare a casa l’arrivo della moglie imprenditrice fino a notte fonda per mangiare e fare tutto il resto (leggesi: doveri coniugali!).
Meglio non sposarsi, allora? Ma come si fa a non innamorarsi, a non seguire l’amore, a giurare fedeltà eterna al proprio l’altro che è, o dovrebbe essere, il tuo prolungamento anche se l’uomo risulta già dotato di natura.
Ci hanno sempre ripetuto: “nel giorno più bello della nostra vita!” Come se fosse l’unico giorno bello della vita di coppia, come se poi ci fosse solo l’inferno.
Ma abbiamo giurato fedeltà nella buona e nella cattiva sorte. Abbiamo firmato il contratto ed i testimoni, chiamati a fare i testimoni, ne sono testimoni.
Ti consiglio di non seguire la consorte quando decide di lasciarti per un altro. È tempo perso. Ti stanchi. Seguendo il consiglio di uno scrittore francese (Sacha Guitry):
- "Se ti portano via la moglie la miglior vendetta è lasciargliela."

Tratto dal discorso del testimone (R.M.) declamato durante le splendide nozze di Fede & Samy (oggi è il suo compleanno: auguri!!! auguri!!! auguri!!!). Il testo integrale si può richiedere a iliubo@libero.it

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com")

1 commento:

Samantha Capitano ha detto...

Queste commoventi righe mi hanno sentitamente commossa e la mente e' volata presto verso il mio "giorno piu' bello della vita", che fugacemente e velocemente e'svanito lasciando i dubbiosi dubbi risalire a galla: che cosa sto leggendo? Una osannazione all'amore oppure si tratta di un inno al divorzio?
Mai dilemma fu cosi' cotanto questionato e tormentata mi son ritrovata nei disgraziati panni dei due sposini che alla fine del dilemma/discorso del testimone, avranno pensato: abbiamo fatto bene a sposarci???

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