giovedì 27 marzo 2008

Uomo incinto è maschio siculo


Il primo uomo incinto è siciliano. Iliubo rivendica la scoperta. Ecco in anteprima la fotografia del maschio con la pancia o meglio con la gobba. La gravidanza nell’uomo siculo ha preso una strada non femminea. Si è buttata tutta sulla schiena paterna e non nel tradizionale grembo materno. Miracoli della scienza moderna! Il protagonista del lieto evento sarà sia padre che madre. Il protagonista non è una donna diventata uomo. Non è un transgender ma un uomo uomo, un virilissimo masculuni siciliano.
L’uomo incinto è il prodotto delle nuove tecnologie genetiche di inseminazione artificiale e di cova controllata scientificamente con apparecchiature all’avanguardia e farmaci di ultimissima generazione. La gibbosità concepita è stata resa possibile grazie al clima mite della Sicilia. Il calore siculo ha avuto una parte essenziale nella gravidanza mascolina. Il resto lo hanno fatto semplici iniezioni di liquido spermale prodotto in laboratorio con cellule staminali ricavate dal cervello di sorci impazziti.
L’eccezionale esperimento (un altro primato della Sicilia) ha dimostrato come la gravidanza non sia una prerogativa femminile. L’uomo ora è autonomo in tutto. Ha ogni mezzo per concepire da solo. Adamo, insomma, non ha più bisogno di Eva. Se vuole un figlio, l'uomo non deve più aspettare anni per averlo in adozione, non deve più richiederlo a una donna, non deve più affaticarsi con ore di estenuante sesso riproduttivo e mettersi ad aspettare con ansia nove mesi per l'arrivo della creatura. Ora, con l’auto-procreazione, la scienza abbatte quest’altro limite. L'uomo porterà sulle spalle anche il peso delle nuove generazioni di umanità.

iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

martedì 25 marzo 2008

Strascico flatulenzico dei dì di festa


Turbolento strascico flatulenzico di Pasqua e Pasquetta. Le abbuffate di questi giorni hanno avuto conseguenze devastanti. Per fortuna non si registrano danni a cose o a persone. Solo un forte senso di schifo, ribrezzo e fastidio olfattivo.
La causa di quanto accaduto è una potente flatulenza originatasi dal metabolismo festivo. Prendendo in prestito il siciliano colto, sintetizzo il concetto con l’espressione: "pirito all'urbina!"
Ancora non mi sono ripreso dalle mangiate di domenica e di lunedì. Sono incontenibile. I sismografi hanno avvertito in questi giorni significativi movimenti tellurici a pelo di superficie. I meteorologi stanno invece registrando la presenza di grandi masse d'aria che dalla Sicilia si spostano in tutte le direzioni (sud, nord, est ed ovest) interessando le coste settentrionali dell'Africa, il Nord dell’Italia e l’Europa centrale. Lamentele cominciano ad arrivare anche dalle comunità di siciliani che vivono nella sciccosa Londra. Non so se sia stata la carne di porco o quella di crasto, la pasta al forno o il pasticcio, la cassata siciliana o la colomba al pistacchio. Lo diranno gli accertamenti specialistici. Al momento non c'è rimedio. Mi hanno consigliato l’uso di speciali tappi. Ho provato ma mi sono presto stappato e per poco non ti uccidevo un passante non solo con il tappo ma anche con il violento getto d’aria.
Per attutire il suono mi hanno consigliato degli appositi silenziatori e vestiario fonoassorbente. Per mascherare l’odore, mi hanno suggerito di indossare mutande inzuppate con potentissimi profumi. Con la flatulenza bisogna fare molta attenzione. Gli antichi consigliano di non trattenere gas nello stomaco. I peti possono ritorcersi contro di noi. Si rischia di scoppiare. Di farsi del male. Di prendersi qualche grave malanno intestinale. Mi ricordo ancora un detto che mi ripeteva mia nonna Carmela: “Scusati la genti ca lu piritu è fitenti, si nun mi vuliti ascuntari lu piritu a ghiuttari!”. E giù con peti e scoregge alla faccia di imbarazzanti galatei, delle orecchie e dei nasi più sensibili. Quando si sente il colpo in canna bisogna cannoneggiare senza pietà. Anche i sovrani, il fior fiore dell’aristocrazia, i capi di stato ci danno di brutto. Sono soltanto molto bravi a non farsene accorgere in pubblico. Ma alla prima occasione e soprattutto nell’intimità si lasciano andare tutti in libertà, senza vergogna, beandosi dei suoni spernacchiosi e degli odori sulfurei. Come disse poeticamente il sommo Dante Alighieri nella Divina Commedia: “ed elli avea del cul fatto trombetta”.
Spero la situazione personale si normalizzi in settimana. Ho paura delle conseguenze che una prolungata flatulenza avrebbe sulla salute dell’umanità. I peti, nel loro complesso, hanno un significativo impatto ambientale. Secondo alcuni scienziati, contribuiscono all’effetto serra. Ammetto di non avere ancora capito quale sia l’esatta causa del buco dell’ozono se lo sgradevole odore o il violento spostamento d’aria?

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)
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