sabato 8 dicembre 2007

Cervelli siciliani in fuga, la Rossana story in esclusiva


Italia acefala, sempre con meno cervelli. Le intelligenze sono il futuro del nostro paese, ma il paese perde inesorabilmente i pezzi migliori della sua materia grigia. Già che io non ero una cima… con la fuga dei cervelli all’estero mi sento ogni giorno sempre più cretino, parte integrante di una società “babba”. L’emigrazione è diventata una scelta obbligata perché molti disoccupati, molti giovani laureati (non so perché la stragrande maggioranza sono meridionali) riescono a trovare un dignitoso e meritevole percorso di vita, di studio, di ricerca, di specializzazione, di lavoro lontano dai confini natii.
La Trinacria, simbolo della Sicilia, è l’icona della situazione che si sta vivendo in Italia: i tre piedi non servono per correre veloci ma per darsi più pedate nelle palle! La “triscele” l'eleggiamo a simbolo dell’harakiri nazionale. A noi italiani piace farci del male. Quanti amici, quanti fratelli stanno ripercorrendo quelle strade, quelle mulattiere (le vie dei muli!) che sembravano ormai coperte definitivamente dal tempo dopo le migrazioni di massa del Novecento.
Uno dei cervelli in fuga, migrati oltre Manica, è nativa di Montallegro, piccolissimo, minuscolo, ancora esistente paesino della provincia di Agrigento nobilitato dal bellissimo libro dell’italo-americano Gerre Mangione figlio, guarda caso, di emigranti siciliani in America. Ci occupiamo di Rossana, Rossana Capitano. È “montallegrotta” nella carta di identità ma “international” di animo, capacità e virtù. In pochi sanno quello che ha fatto nella vita e quello che sta facendo. L’ultima cosa bella è una splendida creatura che abbiamo già conosciuto nel precedente post tramite la foto dal titolo “Con un piede nel futuro” della fotografa londinese Samantha Capitano (forse è parente di Rossana e componente della dinastia dei Capitano? Lo scopriremo più in là!).
Dei nostri conterranei che si affermano lontano dal nostro paese sappiamo poco o nulla e, spesso, non ci frega nulla o, addirittura, proviamo invidia. La storia di Rossana va raccontata anche perché, forse, non la conosce neanche lei.
Rossana è partita da Montallegro per Roma, poi si è trasferita a Londra. È una donna dall’intelligenza frizzante e accelerata. Sembra essere più grande della scatola cranica che la contiene (ed è per questo che le consigliano di tenere un casco). Ha il vizietto di prendere ovunque il massimo dei voti (si sarebbe potuta fare suora, ma mai dire mai: potrebbe arrivarle una Laurea Honoris Causa in Conventologia!). Presa la Laurea in Sociologia alla Sapienza di Roma con 110 più dieci più dieci e lode (bacio in fronte, bacetto sul naso, pacca sulle spalle, stretta di mano, shampoo e messa in piega), le nostre fonti familiari ci dicono che è sempre stata prima in tutto: al conservatorio per lo studio del pianoforte; al liceo scientifico il 9 in tutte le materie per lei è una vergogna; all'Università stona gli insegnanti con una tesi sperimentale in musicologia su un autore americano, tradotto in italiano e pubblicato in Italia in italiano (ma solo per farlo capire!).
A Roma incontra Robert, un magrissimo inglese vegetariano laureato in
matematica, dentro una piccola sezione di quel che è stato il Pds in via Dei Giubbonari. Un particolare: lui era vestito con la solita maglietta e gli stessi jeans da due mesi (non so se Rossana si sia innamorato della persona o del suo caratteristico odore).
Si spostano (con entrambi i cervelli, per non lasciarli marcire in Italia) in Inghilterra dove Robert inseguirà la sua passione per la matematica scalando i più alti livelli dell’universo bancario, mentre lei a Roma vincerà una borsa di studio (griffata!) per la prestigiosa Università di Londra. Rossana, alla notizia della borsa, esclamerà testualmente e con linguaggio forbitamente accademico: “Finalmenti quattru sordi dalla scannata università italiana che non ci ha mai dato niente anzi solo tirato i soldi dalle tasche con le tasse!”
L’università inglese la porterà ad indirizzare il suo dottorato di ricerca verso
il cinema italiano e a specializzarsi su un regista sconosciutissimo che solo a pochi è noto come Luchino Visconti. Rossana fa miliardi di cose:
- si specializza in videoriprese e post production;
- lavora per le gallerie d'arti londinesi, seguendo installazioni di artisti contemporanei che videodocumenta;
- si da all’insegnamento dell'italiano (il “montallegrotto” non glielo richiede nessuno, peccato!);
- tiene conferenze e seminari sul cinema contemporaneo e italiano;
- realizza interviste con attori e registi di fama (tra cui Francesco Rosi e Susi Cecchi D'amico per approfondimenti su Visconti);
- collabora con BFI (British Institute Film) di Londra per il commento
su Il Gattopardo (è uscito un dvd solo per il mercato inglese e americano);
- sempre con BFI realizza una deliziosa intervista a Terence Stamp per l'uscita in Dvd del film di Pasolini "Teorema".
- collabora con il blog di Iliubo.
- dopo questa biografia ufficiosa e non autorizzata da questo momento non collaborerà più con il blog Iliubo.
Un giorno diremo: Io l’ho conosciuta! Io sono nato nel suo stesso paese! Io ho visto dove ha puttato il fazzolettino di carta dove si è soffiata il naso raffreddato! Io ho visto assieme a lei un concerto di fine anno in piazza stazione ad Agrigento! Io ho avuto l’onore di stonare assieme a lei durante il karaoke dell’addio al celibato della cara sorella spiona!
Io personalmente ho avuto il piacere di conoscerla e di apprezzarla. E fatemi dire che Montallegro, la Sicilia, l’Italia ci hanno perso e ci stanno perdendo con tutti quei nostri connazionali costretti a lasciare la “terra matre”. Ci sta guadagnando il Regno Unito, così come ci stanno guadagnando la stessa Rossana, il grande Robert, la grande sorella Samantha, il grande cognato Federico e la grande piccola anglo-montallegrotta che da alcuni mesi beneficia del futuro di Londra.
Auguri a tutti, dal profondo Sud del Mondo.

Iliubo
(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: http://www.iliubo.blogspot.com”)

giovedì 6 dicembre 2007

Voglio vivere in un mondo con un Dio, per i bimbi di oggi e di domani


Voglio vivere in un mondo dove ci sia un Dio. Voglio vivere in un mondo dove nessuno si senta Dio. Voglio vivere in un mondo dove, prima di pregare Dio, non debba chiedermi a quale Dio rivolgermi. Voglio vivere in un mondo dove non si offenda l’altro in nome di Dio. Voglio vivere in un mondo dove Dio non permetta la violenza e la sofferenza. Voglio vivere in un mondo dove Dio non permetta la povertà. Voglio vivere in un mondo dove Dio non permetta discriminazioni tra ricchi e poveri. Voglio vivere in un mondo dove i ministri di fede pratichino ciò che predicano e non si dica: “Bisogna capirli, sono uomini come noi”. Voglio vivere in un mondo dove non ci sia sopraffazione. Voglio vivere in un mondo dove non ci sia la mafia. Voglio vivere in un mondo dove non ci siano sfruttati né sfruttatori. Voglio vivere in un mondo dove un padre non debba piangere di impotenza, per l’impossibilità di comprare un tozzo di pane al proprio bambino. Voglio vivere in un mondo dove sui giornali manchi la cronaca nera ma per assenza di avvenimenti di sangue. Voglio vivere in un mondo dove ognuno sia libero di vivere, pensare, lavorare, creare, gioire. Voglio vivere in un mondo sano. Voglio vivere in un mondo dove non ci siano malattie mortali. Voglio vivere in un mondo dove tutti si possano curare. Voglio vivere in un mondo dove non ci siano bambini che nascono fortunati e con un futuro già scritto e bambini costretti a chiedere l’elemosina o a imbracciare un’arma e combattere contro altri bambini. Voglio vivere in un mondo dove non ci siano conflitti. Voglio vivere in un mondo dove non si faccia la guerra per fini economici, razziali o religiosi. Voglio vivere in un mondo che abbia il meglio del passato e il meglio del presente. Voglio vivere in un mondo dove non esistano umiliazioni. Voglio vivere in un mondo dove per farti rispettare e accettare non devi esibire il vestito griffato o, peggio, il certificato di provenienza familiare o sociale. Voglio vivere in un mondo dove si possa respirare. Voglio vivere in un mondo dove non ci siano più nord e sud, oriente e occidente. Voglio vivere in un mondo senza emigrazioni forzate. Voglio vivere in un mondo dove si possa liberamente piangere, ma di risate. Voglio vivere in un mondo diverso: senza petrolio, senza inquinamento, senza povertà, senza prepotenze. Voglio vivere in un mondo dove mia figlia e tutti i figli del mondo possano realizzarsi felicemente senza avere bisogno di rubarsi fette di presente e di futuro. Voglio vivere in un mondo con un Dio davvero onnipresente, davvero onnipotente che ovunque cancelli il male e ovunque faccia trionfare il bene. Voglio vivere per vivere.

iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: http://www.iliubo.blogspot.com/”)
Si ringrazia la fotografa londinese Samantha Capitano per averci fornito la foto pubblicata su questo post "Con un piede nel futuro".

martedì 4 dicembre 2007

La mia vita è diventata Winx: salvatemi dalle streghe!


La mia vita è diventata Winx. Winx a casa. Winx a scuola. Winx in auto. Winx a tavola. Winx in spiaggia. Winx in bagno. Winx nella carta igienica. Winx al cinema. Winx ovunque! Sogno le Winx. Ho l’incubo delle Winx. Non ne posso più delle Winx! Mi giro e vedo le Winx. Mi addormento e vedo le Winx. Mi sveglio e apro gli occhi sulle Winx. Mangio e gusto le Winx. Accendo la tv e mi sintonizzo sulle Winx. Ma chi cazzo sono le Winx? Non ne posso più delle Winx. Salvatemi dalle Winx! O impazzisco! Sono circondato da Bloom, Flora, Stella, Musa, Tecna, Aisha. Sono uno tzunami travolgente che non si ferma più.
Da un paio di anni mia figlia, mia nipote, le amiche di mia figlia, le amiche di mia nipote, non parlano d’altro che di Winx. E non si limitano a parlarne soltanto. Vogliono comprate le bambole delle Winx. Vogliono comprati i vestitini per le bambole delle Winx. Vogliono comprate le figurine delle Winx. Vogliono l’album d’oro per le introvabili figurine delle Winx. Vogliono comprato lo zaino delle Winx. Vogliono comprato l’astuccio delle Winx. Vogliono comprato il quaderno con le Winx. Vogliono comprati la borsetta e il portafogli con le Winx. Vogliono comprata la t-shirt delle Winx. Vogliono comprato il dvd delle Winx. Vogliono comprate le calze a rete delle Winx. Vogliono comprato il pannolino delle Winx. Vogliono comprato il computer con il collegamento a internet per visitare il sito ufficiale delle Winx e scaricare le suonerie delle Winx. Vogliono comprato il giornaletto delle Winx con le curiosità delle Winx, con lo scoop sulle Winx, con il sondaggio delle Winx, con il test delle Winx, con l’oroscopo delle Winx, con il cruciverba delle Winx. Vogliono comprato il biglietto di ingresso al cinema per andare a vedere “Il segreto del regno perduto”, l’immancabile ultimo film delle Winx e chi se ne importa se i genitori dormiranno per tutta la durata del film delle Winx e si sveglieranno alla fine sui titoli di coda.
So tutto delle Winx! Ho la mania delle Winx! Ho paura delle Winx!
Ma viva le Winx se con le loro fatate magie riescono a far sognare i bambini, a renderli felici, a farli evadere da realtà che di magico non hanno niente, a farli allontanare da un mondo abitato da adulti seriosi che hanno smarrito il senso dell’innocenza e la capacità di sognare a occhi aperti.
Forse è meglio che mi ricreda sulle Winx e cominciare ad uscire con la maglietta della fantastica Bloom, la canottiera di Aisha e le mutande di Stella!

iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: http://www.iliubo.blogspot.com”)

lunedì 3 dicembre 2007

Vincere la depressione gratis correndo contro l’umor nero


Correre, correre, correre per vincere la depressione gratis. Pedalare, pedalare, pedalare per guarire dal “male oscuro” senza pagare un soldo. Nuotare, nuotare, nuotare per battere la tristezza senza mai prendere il portafogli. Allenarsi, allenarsi, allenarsi per sconfiggere la malattia del secolo senza mettere le mani in tasca. Muoversi, muoversi, muoversi per riconquistare il sorriso e ritornare a vivere un’esistenza di normalità senza spendere l’ombra di un euro. In sintesi: da depressi a vincenti felici, in economia! È uno dei più interessanti risvolti della ricerca condotta da Ronald Dunn dell'Università di Yale di cui si è avuta notizia in questi giorni. Lo scienziato ha scoperto che l’esercizio fisico produce una specie di molecola “mafiosa” dal potere antidepressivo. Tale molecola, è stato provato, è dotata di un’efficace azione di intimidazione e killeraggio nei confronti di una malattia che l’Organizzazione Mondiale della Sanità pone come seconda causa al mondo di invalidità permanente. Le ricerche stanno proseguendo per stabilire con esattezza quanto conta la sola particella “mafiosa” nella soppressione del male. Si sta, infatti, calcolando l’effetto terapeutico che, nei soggetti sottoposti a sperimentazione antidepressiva, hanno esercitato le paroline “Gratis”, “Senza pagare un soldo”, “senza mai prendere il portafogli”, “Senza mai mettere le mani in tasca”, “Senza uscire l’ombra di un euro”. La garanzia iniziale di un’esperienza di felicità gratuita avrebbe inciso sul risultato finale fungendo da effetto placebo.
La depressione, come tarlo della mente e dello spirito, annienta la persona nel cervello e nelle finanze con effetti devastanti nei rapporti interpersonali, nello studio, nell'ambiente familiare e lavorativo. Il depresso non solo deve sopportare la pesantezza della malattia ma è costretta pure ad uscire un sacco di soldi in farmaci e terapie che non tutti si possono permettere. Il male oscuro costa preoccupazioni e denari anche a famiglie, imprese e pubblica amministrazione. Parenti e lavoratori, senza motivazioni, stimoli, voglia di fare e di vivere, si presentano con capacità di relazione, ideazione e produttuvità molto ridotte.
La scoperta di Ronald Dunn indurrà sicuramente capifamiglia, imprenditori e capi di pubbliche amministrazioni a rivoluzionare l’approccio con questa categoria di familiari e impiegati privi di interessi e pieni di pensieri negativi. Gli appartamenti dovranno trasformarsi in attrezzate palestre dove allenare l’autostima. Gli uffici delle aziende dovranno lasciare il posto a piscine olimpioniche dove andare a farsi una nuotata per tonificare i muscoli dell’umore. Gli spaziosi corridoi degli enti pubblici dovranno diventare piste ciclabili dove esercitare in bici la fiducia in se stessi. Solo così famiglie, imprese e istituzioni pubbliche diventeranno, ovunque e con pochi investimenti, luoghi di piacere e non una concausa di umor nero, ansie, insicurezze, incomunicabilità, fobie, ossessioni, irritabilità, attacchi di panico, autolesionismo, bulimia, anoressia, morte.
La depressione come malattia individuale e sociale va combattuta indiscriminatamente con ogni mezzo e in ogni luogo con misure appropriate, personalizzate e economicamente alla portata di tutti. È ingiusto che un ricco depresso si possa curare nei tempi occorrenti con i migliori medici e le migliori terapie mentre un depresso povero, nell'osservare la progressiva guarigione del fortunato benestante depresso, si lasci morire di umor nero di rabbia.
La depressione è una cosa seria e va trattata in maniera altrettanto seria. Per cominciare a uscire dal tunnel, il primo passo è indossare un paio di scarpe e andare a correre, correre, correre cercando con la forza di volontà uno spiraglio di luce nella lontananza del buio. Il secondo passo è quello di cominciare a ritrovare la forza di un sorriso, anche accennato, malgrado le forti resistenze interiori. Il terzo passo, indispensabile per le forme più gravi e in fase acuta, è quello di correre da uno specialista, senza perderci tempo.

iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: http://www.iliubo.blogspot.com”)

domenica 2 dicembre 2007

Idee per regali di Natale originali e sorprendenti per far morire di infarto


Idee per regali di Natale per sorprendere, colpire nel segno, commuovere, far piangere, far disperare, far morire d’infarto. Idee originali per regali di Natale le cerchiamo disperatamente tutti in questo periodo. Chi più chi meno. Ci impasticchiamo con farmaci eccitanti per affrontare e resistere alla maratona di fine anno quando partecipiamo volenti o nolenti alla ricerca forsennata del dono tagliato su misura per mamma, papà, amante, figlio, figlia, figliastro, figliastra, nonna, nonno, zio, zia, nipote, amico, amica, amichetta, nemico, nemica, nemichetta, capo, capa, capestro, capestra. A dicembre si assiste, in ogni parte del mondo, a una corsa ansiosa, ansimante per trovare il presente più sorprendente, più originale, più ad effetto, il dono che, scartato nella notte tra il 24 e il 25 dicembre sotto l’albero plastificato di Natale strapieno di palle, ci fa sospirare con le ormai tradizionali e vocaliche espressioni: “Ooooohhhhhh!!! Aaahhhhhhhh!!! Eeeeeehhhhhhh!!!!! Iiiiiiiiiihhhhhhh!!!!! Uuuuuuhhhhhhhh!!!!!”. Non ne possiamo fare a meno: senza le vocaliche espressioni non è festa e non c'è piacere a vedere scartare i nostri regali!
Non c’è caro vita che tenga: tutti noi spendiamo e spandiamo a Natale, anche senza soldi! Tanto ci sono le finanziarie che ci fanno un prestito. Tanto ci sono gli incarti e le scatole di cartone degli anni passati che possiamo ben riciclare incartando, per dirla con Andrea Camilleri, qualsiasi “minchiata” pur di essere presenti al momento di scartare i regali tra un Tuscendidallestelle e un Gingolbels.
Il Natale, data tanto “cara” ai cristiani, è divenuto col tempo sinonimo di shopping. A Natale si pensa all’avvento, alla venuta del Bambin Gesù, all’inizio della nuova era cristiana, alla solidarietà universale, a fare la carità. Ma, pensando ai poveri e ai più bisognosi ci si preoccupa anche ad essere più buoni con la suocera, la moglie, l’amante, i figliastri, i capestri, il capo, la crapa. Ecco l’idea di far trovare il regalo caro e sorprendente sotto l’albero, ecco l’urgenza di differenziarsi dagli anni passati quando sotto l’albero ci hai messo di tutto: la pelliccia di visone, il visone di pelliccia, l’anello di diamante carato, gli orecchini di perla zincata, le Winx ad altezza umana, maglioni estivi, borse impagliate, il gioiello comprato a sgamo dai cinesi, valigie già piene (per invitare il parente ad andare via perché ci ha rotto le palle di Natale da troppo tempo!), assegni post datati per pagare tutte le tasse nazionali e i tributi locali che dal primo gennaio si cominceranno a pagare con l'immancabile aumento con una cadenza impressionante (canone tv, bolli auto, bolli moto, Ici, Cicio, Irpef, Irpeg, Argos, Iva, Uva, Ava, Lava, Riva ecc.).
Idee originali per regali sorprendenti, iliubo ne ha da vendere. Nel prossimo post vi forniremo un elenco completo di doni natalizi per fare bella figura in famiglia, tra gli amici e nei luoghi di lavoro. Nella lista sicuramente non ci saranno i panettoni: idea troppo ma troppo originale! Al solo pensiero mi viene da vomitare!!!

iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: http://www.iliubo.blogspot.com”)
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