martedì 20 maggio 2008

Cemento disarmato, mondo da smontare


Il mondo è da rifondare. Il globo umanizzato è da smontare e poi rimontare. Perché? Perché il cemento non è più armato. E, non essendo più armato, ha disarmato l'umanità che con il calcestruzzo ha fondato le società moderne, post-moderne e del futuro. Per recuperare la serenità, dobbiamo radere al suolo viadotti, ponti, case, edifici pubblici e privati, grattacieli, grattacapi, grattaformaggi ecc. Dobbiamo sfrattare anche i morti, privandoli delle loro tombe, dei loculi, dei sepolcri, delle villette cimiteriali dove hanno riposato indisturbati per decenni, secoli, millenni.
Nessuno ha pensato seriamente che il tanto idolatrato cemento armato ha una durata limitata nel tempo. Il calcestruzzo ha quasi la stessa vita dell’uomo. I segni della vecchiaia sono sotto gli occhi di tutti. Il degrado urbano ed extraurbano è incalzante. Lesioni, cedimenti, distacchi, deformazioni, fanno affiorare giorno dopo giorno la povera armatura in ferro arrugginito. Se non si corre ai ripari in tempo utile, rischiamo di trovarci col culo per terra e nel pavimento di chi abita sotto di noi. Rischiamo di attraversare un ponte e di ritrovarci con l’auto sospesi nel cielo a gustarci panorami mozzafiato.
Il cemento, lo sanno anche i corrotti, è un materiale artificiale che ha rivoluzionato il modo di costruire. Architetti, ingegneri, geometri e muratori non ne possono fare a meno. In un epoca non tanto lontana (siamo nell'era lapidea), si utilizzavano le pietre non solo per lapidare le persone che ci stavano sullo stomaco o per giocare alla rana sul pelo dell’acqua di mari, laghi e fiumi. Le pietre si adoperavano anche per rivestire una comoda grotta, restaurare una palafitta, costruire un grattacielo, edificare un teatro, innalzare un palasport, erigere obelischi, costruire sale congressi. Quando si è cominciato nell'Ottocento ad utilizzare il cemento, si sapeva poco o niente di questo materiale miracoloso e dalla erculea forza chimica. Adesso se ne conoscono pregi e difetti e così ne si ottimizza l’uso. E infatti notiamo grondaie cadenti, muri di sostegno che non sostengono più nulla, piloni di viadotti mangiati ai piedi dagli agenti atmosferici, dighe con le pance, pilastri spalestrati, case popolari impopolari. Per garantire una sicurezza di massa (perché lavoriamo, dormiamo, ci divertiamo, preghiamo sopra e sotto il cemento) occorrerebbe un’operazione di manutenzione straordinaria in tutto il pianeta prima che il mondo cada a pezzi e ci sia l'apocalisse. Occorrerebbe radere al suolo ogni costruzione in calcestruzzo e rifare tutto da capo, garantendo al cento per cento sicurezza e resistenza duratura. Grazie al calcestruzzo l'economia mondiale ripartirebbe creando milioni di nuovi posti di lavoro.

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: http://www.iliubo.blogspot.com/”)

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