venerdì 12 settembre 2008

Londra crocevia di lingue e malelingue


Ossa disossate. Scheletri spolpati. Gioielli ingioiellati. Quadri quadrati. Sculture scolpite. Mercati marcati. Musical musicati. Sensazionali scoperte e riscoperte umane, artistiche, archeologiche, tecnologiche, economiche, culinarie. Si è conclusa con straordinari risultati la spedizione agrigentina a Londra di Iliubo. Grazie a delle guide speciali trovate in loco, il family group capitanato da Iliubo è riuscito a girare la metropoli britannica almeno tre volte, in lungo e in largo, di sopra e di sotto, con l’ausilio dei soli feet, cioè dei piedi. Dieci intensi giorni a camminare e a camminare per streets, avenues, roads, squares, stairs ad ammirare le splendide case londinesi (sempre diverse ed eleganti, anche case popolari), l’ordine britannico, il senso dell'estetica dei sudditi di sua maestà la regina Elisabetta, i preziosi reperti custoditi in mastodontici musei ed ogni utilità domestica e personale esposta in vetrine-grattacielo e sale a perdita d’occhio.
Londra non è una città, Londra è uno stato. È grande, troppo grande e a girarla ti gira la testa, hai un senso di smarrimento. Ci devi saper vivere e c’è chi ha imparato a viverci bene pur proveniendo da fuori, realizzando sogni e speranze che non si sarebbero concretizzati altrove. Londra accoglie genti di tutte le razze, lingue, malelingue e culture provenienti da ogni corner del mondo anche dalla nostra cara Sicilia. A Londra si sono ben sistemati anche migranti partiti con niente (neanche la lingua) da villaggetti come Montallegro o piccole comunità come Agrigento City (la pronuncia, per chi ha studiato inglese e conosce il siciliano, è “siti”). Gente che lavora, che si fa in quattro come i condannati alla decapitazione che chiedono il bis, gente che dà il proprio contributo per far crescere sempre di più questa brulicante e viva piazza della modernità.
Gli eroici viaggiatori del group family sono ritornati in Sicilia frastornati da quanto visto e vissuto con intensità. Come non ricordare l’indimenticabile, fraterna accoglienza da parte di stretti parenti partiti dalla Sicilia tanti anni fa e che, dopo poche settimane, hanno ritrovato familiari che non vedevano da chissà quanto tempo. Come non ricordare i loro sacrifici per accettare inaccettabili biodiversità e venire incontro ad esigenze elementari con servizi da nursery. Come non ricordare i cornetti caldi, il ceduto comodo letto, i termosifoni accesi quando in Sicilia si scoppiava con 40 gradi all'ombra e 80 gradi staccati dall'ombrellone. Come dimenticare le ciceronate e, soprattutto, le tante carezze e il calore del centro d'accoglienza.
E come non ricordare Soho, il quartiere a luci rosse dove fai il carico di necessità osè senza alcun problema. Come non ricordare i gioielli della corona a portata d'occhio, il suggestivo London Eye, il celebre Big Ben, il fascinoso London Bridge (nella foto), i panorami mozzafiato lungo il Tamigi, i negozi da nababbi di Arrods dove prima di acquistare un the devi aprirti un conto in banca e ipotecarti la casa. Come non ricordare le luci della speranza in vie tempestate di locali, teatri, cinema, uffici di produzioni cinematografiche. E come dimenticare le strane salsette ai mille sapori e le visite ai musei dove non si paga una sterlina: la National Gallery, il British Museum, il Victoria and Albert, il Museo delle Scienze Naturali dove hanno girato Jurassic Park e Una Notte al Museo. A gratis, abbiamo visto di tutto: dipinti di grandi artisti, scarabocchi miei, scheletri di dinosauri, ossa per cani. Abbiamo visto i fregi, le sculture e i bassorilievi presi in prestito secoli fa dagli inglesi dal Partenone di Atene e da altri templi dell’antichità solo per amore dell’arte, della cultura e dell’archeologia. E cosa dire delle patatine inglesi, delle chips cucinate in mille modi e con i gusti più disparati e disparanti. Hanno fatto assaggiare patatine al gusto di costolette di maiale. Per le donne Londra è uno spasso. Anche per quelle povere o che si sentono tali con il cambio euro-sterlina. Entrano tranquillamente in lussuosi e carissimerrimi negozi di gioielli, come Tiffany, provando anelli, bracciali e collane da centinaia di milioni di sterline per poi dire alla fine della estenuante prova, con schifiltoso rifiuto: No grazie! Non mi piace e costa troppo poco per la mia posizione sociale”.
Londra va visitata e vissuta con calore e interesse. Il family group di Iliubo c’è riuscito entrando nel cuore della metropoli inglese grazie a delle persone speciali che fanno ormai parte della città, che si ringrazia di cuore e a cui auguriamo i successi che meritano.

Iliubo
(corrispondenze da Londra)

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