venerdì 7 novembre 2008

La gaffe di Barack Obama e la sindrome del pavone


Sono offeso con Obama. Ha telefonato a tutti i leader del mondo tranne che a me. Non mi aspettavo davvero questo sgarro da parte dell'amico Barack. Il nuovo presidente degli Stati Uniti sta cominciando la sua avventura con il piede sbagliato. Il successo gli avrà forse dato alla testa. Non dormo da due giorni in attesa dello squillo presidenziale. Trillo che però tarda ad arrivare. E dire che ho pure cambiato la suoneria al mio cellulare. In omaggio al vincitore, ho scaricato sul telefonino l’inno americano. E dire, pure, che mi sono vestito a stelle e strisce. Ho le mutande con una cometa cadente dipinta nel prospetto principale.
La classe non è acqua, mi disse un giorno un mio assetato fan nell’assetato quartiere del Villaggio Mosè dove, quando ero piccino, i turni di distribuzione idrica si erano normalizzati sulle quattro settimane. La più alta nell'assetata Agrigento.
Perdonando amichevolmente l'onta subita, al nuovo presidente degli Stati Uniti chiedo di impegnarsi allo spasimo per risolvere i grandi pobblemi che affliggono il mondo e dunque la nostra comune cara, cara comune Sicilia, terra di cui abbiamo origini in comune. Barack Obama lo sento come conterraneo. Il padre di Obama è africano del Kenya come africana è la mia famiglia essendo nata e cresciuta nella nera Sicilia. Al nuovo presidente americano affido il mio dream, il sogno di chi sogna un mondo nuovo, rivoluzionato, il sogno di risolvere i grandi pobblemi che affliggono il pianeta: C'è da risolvere il pobblema delle bottiglie di acqua minerale da distribuire equamente a tutti; il problema del traffico; il pobblema delle gomme da masticare buttare incivilmente a terra e che si appiccicano sulle suole delle scarpe; il pobblema della calvizie che colpisce sempre per eredità i figli dei calvinisti; il problema dei peli superflui che sta provocando serie depressioni nelle popolazioni scimpanzè; il poblema di uomini, donne e bambini che si incazzano perché non riescono a parlare con i cellulari che non hanno campo a sufficienza nel luogo dove abitano e si incazzano pure perché gli vogliono montare l’antenna di telefonia mobile proprio vicino casa; il poblema dei poveri brutti che vogliono farsi belli con la chirurgia estetica ma non hanno i soldi per pagare neanche gli estetisti; il poblema dei teledipendenti accaniti che non trovano più nulla di interessante nella Tv pubblica che pagano canonicamente ogni anno col centone di euri e che non vogliono staccare gli assegni alle tv via cavo e via satellite dove fanno i film in prima visione e non i film già trasmessi quaranta volte negli ultimi due mesi.
A BArack Obama chiediamo di prometterci che si occuperà durante la sua presidenza presidenziale dei pobblemi veri e di togliere la multa per divieto di sosta a chi ha per bisogno posteggiato la macchina in quadrupla fila, invadendo la sesta corsia opposta, perché doveva un attimino arrivare al supermercato a comprare il profumo per l’automobile appena comprata con l’ultimo mutuo a tasso variabile prima della crisi finanziaria mondiale.
Un auspicio: spero che l'amico Barack Obama non venga assalito dalla sindrome del pavone e che dia seguito umilmente al nostro appello.

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

2 commenti:

Elias ha detto...

qualora il buon Barakko ti chiami, raccomandagli gentilmente di traslocare il distributore di sigarette sotto casa mia, poichè al Voltano non si trova un posteggio, in quintupla fila, manco a pagarlo. grazie di cuore

iliubo ha detto...

Appena mi chiama sto vastasone, dirò a Baracca di regalare a ogni raffadalese fumatore un distributore automatico di sigarette; di regalare a ogni raffadalese non fumatore maschere con bomboloni di aria pulita ossigenata; di regalare agli amici fumatori di iliubo, una sigaretta di ultima generazione sempiterna che non si consuma mai.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...