mercoledì 21 gennaio 2009

Obama, attaccati al tram


Ci attacchiamo a tutto anche al tram. Tutto il mondo si è attaccato al 44° presidente degli Stati Uniti d’America: Barak Obama. È la speranza, è il futuro, è l’inizio di una nuova epoca, è il nuovo corso, è lasciarci alle spalle anni di incolpevoli irresponsabilità. Un uomo solo che deve cambiare decenni di irrefrenabile follia che ha portato al fallimento il più avanzato sistema economico e la più avanzata democrazia del pianeta. Viva Barak Obama! C’è chi grida al nuovo messia. Lo aspettavamo da duemila anni da quando l’umanità si è sbarazzata di un uomo che andava predicando giustizia, libertà, amore, equità, salvezza, riscatto dei poveri, rivincita degli oppressi. Il Salvatore di allora lo hanno crocifisso come un ladrone, come un assassino, come un pazzo. Il delitto è stato compiuto dalle autorità politiche, dai saggi religiosi e dal popolo. Tutti assieme appassionatamente.
Barak Obama si presenta oggi come l’uomo nuovo, come il nuovo salvatore. L’umanità gli ha assegnato una missione salvifica e riparatrice, riconoscendoci doti extraumane, quasi divine. Obama è chiamato dalle autorità politiche, dai saggi religiosi e dal popolo di tutto il mondo a riparare i danni del suo predecessore e di tanti esperti spazzatura e a riportare la pace universale. È chiamato a restituirci ricchezze, speranze, futuro, serenità. Il pianeta si è attaccato al nuovo presidente americano come una ventosa, come se fosse l’ultimo tram che conduce alla felicità.
Barak riuscirà nell’intento? Barak ripagherà il mondo di cotanta fiducia?
Il tempo è tiranno. E Barak si deve sbrigare anche se, giustamente, mette le mani avanti dicendo che ci vuole tempo. Ma l’umanità mette fretta.
Obama non può rinviare, non può sbagliare. In poche settimane deve riportare a galla, con le sue stesse mani, il Titanic che sta affondando. In poche settimane deve rigonfiare le borse finanziarie di tutto il pianeta senza mettere mani al portafogli dei cittadini. Altrimenti il mondo buono, il mondo che gli ha piantato gli occhi addosso, il mondo che lo ha eletto uomo dell'anno, il mondo che ha scommesso su di lui le ultime residue ricchezze, le ultime residue speranze, gli si rivolterà contro e cambierà idea. Immagino allora cosa dirà il mondo buono che non può aspettare: tutto qua? il solito politicante! Era meglio quando si stava peggio! Ed era peggio quando si stava malissimo! Chissà cosa ci aspettavamo. Non gli dovevamo credere.
I negozi di chiodi aspettano.
Auguri Barak e lavora pure per me e per la mia terra. Il tram passa soltanto una volta anche per i presidenti di un grandissimo paese come gli Stati Uniti d’America. Approfittane. Il tuo sogno è il mio sogno e quello di milioni di abitanti di un pianeta che è diventato piccolo e più complicato. Se riuscirai nell’intento, al prossimo mandato presidenziale chiederò la cittadinanza americana per votarti.

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

1 commento:

Elias ha detto...

ellò baracchi ai em elias end ai sei for iu: "ies ui chen"
come vedi sto imparando molto precocemente la tua lingua cosicchè appena poggerò piede sulla terra santa (USA) potrò dialogare facilmente con te ed imparare una mirìade di cose nuove... adesso per il nostro Baracchi (tutti in coro!) ORA PRONOBIS

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...