mercoledì 7 aprile 2010

Piglianculo e quaquaraquà, antenati cercasi


È l’ominicchio, di sciasciana memoria, l’anello mancante tra l'uomo e le scimmie. Una sensazionale scoperta potrebbe rivoluzionare la comprensione di come ci siamo evoluti. Gli scienziati credono che lo scheletro fossilizzato di un bambino risalente a due milioni di anni fa, rinvenuto in Sudafrica, sia quello di una specie completamente nuova che si trova in una fase intermedia tra i nostri antenati scimmia e l’uomo moderno. Ciò, secondo gli scienziati, potrebbe aiutarci a rompere uno dei grandi misteri del nostro albero evolutivo - esattamente quando l’uomo abbandonò la deambulazione a quattro zampe e cominciò a camminare su due piedi.
Scoperto l’ominicchio, rimane adesso da scoprire l’antenato del quaquaraquà e del piglianculo così come genialmente descritto nel 1961 dallo scrittore siciliano Leonardo Sciascia nel suo celebre libro “Il giorno della civetta”.
Leonardo Sciascia, nel colloquio tra il capo mafia don Mariano Arena e il capitano dei carabinieri Bellodi, per bocca del boss divide l’umanità in cinque categorie: “gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà…”.
Specifica il grande scrittore di Racalmuto facendo parlare sempre Don Mariano Arena: “Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancora più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi… E ancora più in giù: i piglianculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre…”.
Di uomini e mezzi uomini fossilizzati dell’età della pietra, della fionda e della cicoria se ne sono trovati tanti, di antenati delle altre specie (piglianculo e quaquaraquà) non si è invece mai saputo niente. Solo supposizioni. Adesso una scoperta che si annuncia copernicana: è nelle mani degli scienziati uno scheletro quasi completo di ominicchio, una via di mezzo tra l’uomo e la scimmia. Le ossa di ominicchio sono state trovate nella grotta Malapa Sterkfontein nella regione del Sudafrica dal professor Lee Berger, dell'Università di Witwatersrand a Johannesburg. Il professor Phillip Tobias, un antropologo all’università, ha detto che la scoperta è stata “meravigliosa ed emozionante”'. La scoperta, insieme a una serie di altri fossili in parte completata, potrebbe aiutare gli scienziati a capire come i nostri antenati si sono evoluti dall’Australopithecus, presente in Africa circa 3.9 milioni di anni fa all'Homo habilis, la prima specie di tipo umano che apparve intorno 2,5 milioni di anni fa.
Lo scheletro è già stato visitato dal presidente del paese, Jacob Zuma, e si crede appunto che sia un intermedio evolutivo tra queste due specie. Esso comprende un bacino e arti interi che possono rivelare se la nuova specie camminava in posizione verticale o su quattro zampe. Le ossa delle mani potrebbero invece fornire il primo indizio in merito a quando gli esseri umani abbiamo imparato la capacità di tenere i primi attrezzi in pietra. Il dottor Simon Underdown, un esperto di evoluzione della Oxford Brookes University, ha detto: "Questa scoperta può davvero aumentare la nostra comprensione dei nostri primi antenati".

iliubo


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