mercoledì 19 marzo 2008

Sapere o non sapere? Essere muli o asini?


È meglio ignorare o conoscere? È meglio sapere o non sapere? Il filosofo Socrate sapeva di non sapere e se ne vantava. E tu? Ti vanti della tua presuntuosa ignoranza?
Io so che sono confuso. So che non riesco più ad andare dietro al diluvio di saperi e informazioni che si ammucchiano giorno dopo giorno. Non si può sapere tutto. È inumano. Di questo sono cosciente. Ogni settimana vengono pubblicati al mondo miliardi di nuovi siti internet, migliaia di libri, centinaia di giornali con nuovi saperi, nuove scoperte, nuove invenzioni, nuove teorie, nuove sperimentazioni, nuove ricerche. Quando compri un libro e ti accingi a leggerne l’introduzione, in quel preciso istante il volume che hai acquistato “caro e amaro” è già superato da una caterva di altri libri che nel frattempo sono stati riversati nel mercato editoriale. E allora? Ti lasci sommergere dalla montagna di nuovi saperi o cominci a scavarti la tua piccola galleria all’interno della montagna dello scibile?
È una decisione difficile da prendere specialmente quando ti accorgi che la scuola ti è servita a poco dopo averla vissuta come luogo di doveri, di interrogazioni e di pagelle e non come occasione di preparazione e formazione culturale. Esci a scuola somaro e ne esci un mulo (nel riquadro uno scatto della fotografa londinese Samantha Capitano).
Ma non è mai troppo tardi per superare lo stadio dell’asinaggine e della muloneria. Non è mai troppo tardi per riprendere un abbecedario in mano è colmare le lacune di una preparazione deficitaria e di una mente deficiente. Non puoi permetterti di stare indietro quando l’umanità si trascina avanti. Il sapere è potere. L’ignoranza è schiavitù. L’analfabetismo uccide l’intelletto e il nostro essere animali sociali. Il contrario di istruzione è senz’altro distruzione. Viviamo in una società che richiede conoscenze sempre più specialistiche. Guardiamo, ad esempio, al mondo del lavoro diventato molto selettivo. I pochi concorsi pubblici li riservano ai soli laureati. Per aspirare a un posto di bidello in una scuola ti richiedono una moltitudine di lauree con 110 e lode, bacio in fronte, stretta di mano, pestata di piedi, un pugno nello stomaco, pregresse esperienze lavorative, curriculum chilometrici, master in più prestigiose università del mondo, pubblicazioni, pensione già maturata.

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

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