domenica 4 gennaio 2015

I fantasmi social sono su Facebook e Twitter

Credo nei fantasmi. Almeno a quelli social. Esistono su Facebook, così come esistono su Twitter. 
C'è da avere paura? Non lo so. 

Ragioniamo con la nostra ragione e non con quella degli altri. Analizziamo il fenomeno ectoplasmatico che teniamo d'occhio da un po'. 
Ci sono in giro utenti senza voce e senza sostanza virtuale. Sono persone in carne e ossa, vere e non fake, che un giorno decidono di aprirsi un account per socializzare. I motivi sono i più disparati: per provare, per avere compagnia, per stare assieme ad altri, per ritrovare un parente o un amico lontano, per comunicare con i propri clienti, per pubblicizzare la propria attività artistica professionale commerciale; per sostenere un'idea, un partito; per fare campagna elettorale; per distruggere le idee degli altri; per criticare persone, status, fatti, eventi; per scaricare veleno; per trovare conforto; per trovare un amore, per trovare un marito o una moglie; per tradire il marito o la moglie; per promuovere un libro, un cd, uno spettacolo; per scherzare, per dire che tempo fa; per esprimere il proprio stato d'animo; per lamentare il proprio disagio; per prendersela col governante di turno; per scambiarsi opinioni, punti di vista; per discutere; per condividere; per litigare e per mandarsi a quel paese. 

C'è chi si apre un account, chiede l'amicizia ma non fa niente di una delle attività sopra elencate. È morta? Deceduta? Andata? Dipartita? Sciolta? No! Fa semplicemente il fantasma. C'è, ma non si vede. Partecipa alle discussioni leggendole. Il fantasma sa tutto di tutti. Non lo vediamo. Ma ne avvertiamo la presenza. Aleggia. Al primo spiffero fantasmagorico, andiamo a cercarlo nel suo account e ci sembra privo di sostanza virtuale perché non scrive niente, non linka nulla. Ma c'è. Sai che c'è. E ne hai conferma. Quando ti capita di incontrarlo per caso  nella vita, in carne e ossa, col sangue caldo caldo in circolo, gli scappa qualche commento rivelatore.

I fantasmi non sono tutti uguali. C'è chi lo fa vita natural durante, per sempre. Chi invece a tempo determinato. Il fantasma a tempo ogni tanto resuscita e mette un "mi piace" o linka qualcosa. Su Twitter retwitta o mette la frase o la foto tra i propri preferiti. Non c'è nulla di male. I social sono pubblici. Sono nati per mostrarsi e condividere. C'è chi lo fa e chi non lo fa. In paradiso ci andremo tutti. Passando per l'Inferno social. 

Anche io di tanto in tanto sparisco. Dopo qualche giorno di assenza mi danno per morto. Mi bussano pure sulla bara virtuale: "Raimondo dove sei? Se ci sei batti un colpo!"
E, come in una seduta spiritica, comincio a battere, ma non in strada. Batto il mio colpo riprendendo a scrivere, a rendermi vivo, a marcare la mia presenza con quello che lo spirito del momento mi detta. In punta di piedi. Senza scarpe. Mettendo a nudo il mio animo, senza vergogna. Mettendoci la faccia, quella mia. Spremendomi il cervello, quello mio. Condividendo. Lasciando le mie impronte, svestendomi del mio ectoplasmatico lenzuolo. 

Raimondo Moncada 


tratto dal blog www.raimondomoncada.blogspot.it 

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