sabato 10 maggio 2008

Estate di piedi e ascelle mozzafiato


È arrivata da poco una specie di primavera. Durerà purtroppo pochi giorni. Da noi, in Sicilia, non ci sono più le mezze stagioni. Si passa dal freddo al caldo torrido. Dall’inverno all’estate. Dal calore delle coperte, alla freschezze delle acque limpide del nostro splendido mare nostrum, preso ogni anno d’assalto da tanti bagnanti affamati provenienti dalle coste settentrionali dell’Africa alla ricerca di un luogo sicuro dove trascorrere una vacanza lontano da guerre, povertà e carestie.
Gli uccelli cantano. Le maglie di lana puzzano. La pelle suda. I piedi appestano l’aria. Le ascelle mozzano il fiato. Tutti sintomi di un’estate ormai alle porte. Gli uomini cominciano a concentrarsi sulle prime scollature mentre aumenta la sete e con essa il consumo di acqua, di bibite ghiacciate, di birra.
Oggi, comunque, come disse un poeta latino, è una giornata di merda. La temperatura è buona. Ma c’è un vento fastidioso e un cielo coperto da nuvole che questa mattina non avevano altro da fare che depositarsi sopra la mia tranquilla e solatia casetta. La vegetazione selvaggia prende coraggio e si ingrossa. Solo le piante con fiori ornamentali - che di recente ho acquistato care ed amare - non vogliono saperne di attecchire nelle aiuole del mio giardinetto. Se do acqua si ammosciano. Se acqua non ne do rimangono ammosciate lo stesso. Se acqua ne do poca mi prendono in giro. Alla fine, lo so, mi armerò di falce, sradicherò tutte le piante ornamentali e – con l’ausilio del ricettario della nonna - le cucinerò come se fossero delle squisite verdure mangerecce con fiori colorati. Ci penseranno gli acidi del mio stomaco a dare loro una sana lezione di vita.

Iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

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