mercoledì 7 maggio 2008

Eternità, vaffanculo signora morte!


"Sono eterno. Sono indistruttibile. Sono immarcescibile. Sono inattaccabile. Sono invulnerabile. Sono inviolabile. Sono invincibile".
Quanti pensieri. Quanti stati mentali. L’eternità sembra essere la nostra dimensione naturale. Viviamo come se non dovessimo fermarci mai. Viviamo come se non dovessimo morire mai. Ci sentiamo spesso individui imperituri, corpi infiniti, spiriti immortali.
Quando poi entriamo in contatto, direttamente o indirettamente, con la malattia o con Sua Eccellenza Signora Morte, prendiamo coscienza che la vita è come un fiammifero. Lo zolfanello si accende ma non resta acceso per sempre. Prima o poi si spegne. E si spegne non sempre allo stesso modo e nello stesso tempo per tutti. Di fronte alla morte non siamo tutti uguali. Il fiammifero si può spegnere alla fine dello stecchetto di legno. Ma si può spegnere accidentalmente molto prima, per un improvviso e non previsto alito di vento. La Signora, talune volte, si dimentica addirittura certi individui che campano indisturbati oltre ogni limite umano.
I saggi, dopo cotanto illuminato ragionamento, direbbero: "Vivila allora la vita e non perdere tempo in inutili attività; vivi la vita che ti è concessa di vivere e vivila intensamente. Non rischiare di arrivare alla fine per poi dire di non avere vissuto".
Io dico: "Possiamo combattere, dobbiamo combattere anche se sappiamo che la morte fisica è più forte di noi!"
Ma questa è solo saggezza, filosofia, uno stato mentale che solo le grandi teste virtuose hanno la potenza di vivere. La vita di tutti i giorni, e della maggioranza degli uomini, è un’altra. Ognuno vive la vita a modo proprio e quando arriva una minaccia seria, o giunge al nostro naso puzza di morte, si comincia ad avvertire quel senso di smarrimento e di vuoto che è stato mirabilmente descritto nella novella e opera teatrale “L’uomo dal fiore in bocca” composta da quel genio del mio conterraneo Luigi Pirandello
Con la puzza sotto il naso o con il fiore violaceo in bocca, cominci a pensare a te, a quello che hai fatto a quello che avresti potuto fare. Cominci a pensare fortemente a chi ti sta intorno.
Ma sono solo pensieri. Cattivi pensieri. Negatività. Merda mentale.
Come disse un indiscusso saggio orientale che ammiro molto, utilizzando termini scientifici, filosofici e per i più anche astrusi: “E vaffanculo ai pensieri! E vaffanculo negatività! E vaffanculo merda mentale! E vaffanculo a chi mi vuole male! E vaffanculo al male! Quando c'è da mangiare una mela mangiala, quando c'è da dormire dormi, quando c'è da studiare studia, quando c'è da lavorare lavora, quando c'è da divertirsi divertiti! Quando c'è da fare all'amore non fare mai accomodare altri ma impegnati tu, in prima persona e a fondo! Non mi deludere!”

iliubo

(© materiale originale, se adoperato al di fuori da questo blog riportare la dicitura: "autore iliubo - tratto da: www.iliubo.blogspot.com”)

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